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La vita di Fellini è vita poetica di frontiera. La esercita come atto di ribellione contro l’abito stretto del luogo comune e come un acrobata che sfida l’universo e le sue leggi, volteggia sulla modernità scardinando tutti i totalitarismi del Novecento, esaltati dalle ideologie dittatoriali, dai rigidi progetti dei governi del tempo, dal culto dell’ordine letto come sedazione dell’umano e dell’anima, involgarito da forme di vuoto esibizionismo.


Frontiera è quella tra due città, Rimini e Roma, tra la provincia e la capitale; è frontiera tra sensi e sovrasensibile, tra fascinazione per il circo e la sua bellezza grottesca, tra ambivalenza e verità, malizia e umanità, crudeltà e candore.

Frontiera è la scena, lo sono gli ingranaggi della Fabbrica dei Sogni di Cinecittà e del Teatro n°5. Frontiera è tutta la via felliniana dello sguardo che ha svelato al mondo, attraverso un surrealismo onirico, pittorico prima ancora che filmico, la storia italiana e l’anima umana, facendone un tratto universalistico. Un canone totale unico e un nuovo filone estetico e narrativo.